Riccardo da Lentini

Poco si conosce della sua storia privata, purtroppo nessuna fonte storica attendibile giunge ai giorni nostri. Sulla base di un documento del 1239 fu praepositus aedificiorum, ovvero supervisore delle fabbriche regie, essenzialmente dei castelli che in quel periodo venivano realizzati in Sicilia. Nel documento in questione (una lettera del 17 novembre 1239 da Lodi) l'imperatore Federico II scrive a Riccardo riassumendogli i cantieri architettonici in corso in Sicilia ai quali egli è preposto.

 

In base a ciò gli studiosi ritengono pertanto che Riccardo potrebbe aver realizzato (forse progettato o solo diretto nei cantieri costruttivi) una serie di edifici: il Castello di Augusta[1], un vivaio a San Cosmo, il Castello Maniace di Siracusa, il castello di Caltagirone (non più esistente), il castello di Milazzo, il castello di Lentini (non più esistente). Nella lettera inoltre l'imperatore raccomanda al tecnico la scelta del luogo dove costruire in Catania una rocca, da identificare ovviamente con il Castello Ursino, e l'individuazione della cava di pietra idonea a quella costruzione.

 

La lettera prosegue disponendo di provvedere di cibi, di vestiti e di tutto il necessario i saraceni a servizio dell'esercito del re; ma gli ordina anche di sospendere i lavori edili e i pagamenti, poiché i tesori dello stato erano volti ad altri più imponenti bisogni (certamente la lotta contro i Comuni nell'Italia settentrionale). Sulla base di questa testimonianza, alcuni studiosi ritengono che Riccardo potrebbe aver lavorato anche al rimaneggiamento dei castelli di Agira, di Licodia Eubea, di Castelvetrano (oggi non più esistenti), alla Torre di Federico II a Enna.

 

Nel 1246 era a Prato per il Castello dell'Imperatore, nell'ufficio di magister castri imperatoris.

Foto G. Costanzo /F. Castro.